due punti

Accanto ai più comuni segni d’interpunzione della virgola e del punto ci sono i due punti, i puntini sospensivi e il punto esclamativo, che hanno un utilizzo specifico in grammatica e in letteratura.

La funzione classica/scolastica dei due punti è di introdurre elenchi di persone, cose o eventi, dando al lettore una conoscenza più approfondita rispetto a ciò che li precede. I due punti seguono una proposizione indipendente e non dovrebbero mai separare un verbo dal suo complemento o una proposizione dal suo oggetto.

Esempio:

Per preparare la pizza margherita c’è bisogno di otto cose: farina, acqua, lievito, olio, sale, sugo, mozzarella e basilico. (Uso corretto dei due punti)

Per preparare la pizza margherita c’è bisogno di: farina, acqua, lievito, olio, sale, sugo, mozzarella e basilico. (Uso scorretto dei due punti perché la preposizione “di” è separata dal suo oggetto)

Mettendo da parte gli elenchi, i due punti possono essere utilizzati anche per introdurre una frase che perfeziona l’opera della prima.

Esempio:

Quella sera Giorgio non voleva essere disturbato: era troppo stanco e arrabbiato per poter interagire con qualcuno.

In una frase di questo tipo, i due punti annunciano che qualcosa sta per arrivare, creando un senso d’attesa e favorendo la crescita dell’attenzione. In base alla regola grammaticale, i due punti andrebbero utilizzati una sola volta nella frase, ma alcuni scrittori ne inseriscono di più perché è il loro tratto stilistico.

I puntini sospensivi sono sempre tre, né di meno né di più, e vanno sempre attaccati alla parola che li precede. Si usano soprattutto nelle battute di dialogo per segnalare un’allusione, una reticenza del personaggio o una sospensione del discorso dovuta a un ripensamento. Sul piano dell’intonazione, i puntini sospensivi rappresentano un suono che sfuma e non uno che si interrompe in modo brusco. Quando compaiono fuori dai dialoghi, servono a ritardare la conclusione di una frase e a stupire il lettore, che nel frattempo potrebbe avere fatto una previsione che poi si rivela sbagliata. Anche per i puntini sospensivi vale la regola aurea della moderazione, onde evitare di creare un romanzo pieno di pause.

Esempio tratto dall’incipit di “Pinocchio”:

C’era una volta… Un Re!, diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Infine, il punto esclamativo è un’espressione di stupore e di entusiasmo, è un segno di interpunzione enfatizzante che, in quanto tale, andrebbe usato con parsimonia. Usandolo spesso, infatti, il punto esclamativo perde la sua capacità di evidenziare un concetto in mezzo agli altri, poiché tutto viene messo sullo stesso piano. Anche il punto esclamativo può essere un marchio di stile per quegli scrittori che lo inseriscono molte volte contravvenendo alle prescrizioni linguistiche.