Per essere messo in commercio ogni libro ha bisogno di un codice Isbn, acronimo inglese che sta per International Standard Book Number. La funzione del codice è di identificare in modo univoco e duraturo un titolo o un’edizione di un determinato editore (deve cambiare per ogni nuova edizione, diversa dalla ristampa). Il codice viene utilizzato anche per tutti quei prodotti destinati a essere utilizzati come libri, anche se non propriamente tali, e ha dei similari nel mondo dei periodici e della musica, dove si utilizzano l’Issn e l’Ismn (la “b” di “book” è sostituita dalla “s” di “serial” e dalla “m” di “music”).
Dal 2007 l’Isbn è composto da 13 cifre, suddivise in cinque gruppi separati da trattini, ognuno dei quali ha un significato specifico:
- Il codice che indica il prodotto libro (3 cifre: 978);
- Il gruppo linguistico (88 per l’Italia);
- Il prefisso editore (può avere da 2 a 6 cifre in base ai titoli che si possono generare)
- Il numero del titolo (può avere da 2 a 6 cifre, a seconda del codice editore)
- Cifra finale di controllo (1 numero)
Se un’opera è pubblicata in coedizione da due o più editori, deve essere assegnato l’Isbn dell’editore che la distribuisce; ciascun editore può assegnare il proprio Isbn, scrivendone due sul retro del frontespizio del libro, ma sulla quarta di copertina deve apparire solo l’Isbn dell’editore che distribuisce l’opera. A ciascuna edizione elettronica (e-book) e a ciascun formato di e-book (.pdf, .html, .pdb) pubblicato e reso disponibile separatamente deve essere attribuito un Isbn diverso. Un’opera in più volumi richiede un Isbn complessivo.
Dal 2015 è attivo un nuovo prefisso nazionale italiano, 979-12, solo per il self publishing, cioè per gli autori che si pubblicano autonomamente. Questo prefisso è utilizzato anche dagli editori tradizionali quando le numerazioni basate su 978-88 si esauriscono.
In conclusione, la lettura dell’Isbn serve a conoscere elementi del libro e dell’editore.