trattino

Nella lingua italiana esistono tre tipi di trattino: il trattino breve (-), quello medio (–) e quello lungo o lunghissimo (—). Ognuno di questi tre segni di interpunzione, che non sono intercambiabili tra di loro, ha una funzione specifica.

Il trattino breve (-) si utilizza nei termini composti, quali “socio-economico”, “tecnico-amministrativo” e “pre-produzione”.

Il trattino medio ha la funzione di segnalare un inciso, cioè una frase indipendente o un sintagma inserito all’interno di un’altra frase, là dove le virgole non sono sufficienti. Il trattino è quasi sempre doppio, ma ci sono casi in cui può stare anche da solo, cioè casi in cui può aprirsi e non chiudersi perché si chiude sul punto. La parentesi, invece, richiede sempre la sua gemella.

Esempio di trattino singolo:

Marco decise che non si sarebbe più confidato con nessuno – con nessuno tranne che con lei.

Sebbene i trattini e le parentesi siano sostituibili da un punto di vista normativo, in letteratura l’utilizzo degli uni o degli altri è una scelta meramente stilistica. Parentesi e trattini possono convivere nello stesso testo: si utilizzano le prime per segnalare divagazioni più lunghe o per concentrarsi su argomenti un po’ diversi da ciò che le precede o le segue – già solo da un punto di vista grafico le parentesi creano una netta separazione – e i secondi per le piccole deviazioni, che non si allontanano molto dall’oggetto della frase. Il trattino medio può essere utilizzato anche per introdurre una battuta di dialogo, quindi al posto delle virgolette alte (“”) o dei caporali («»); può indicare una frattura sintattica, cioè il punto in cui una frase svolta di colpo; può segnalare un anacoluto, cioè un improvviso cambiamento di progetto della frase; o può indicare un cambiamento di tono verso il basso, cioè per dire cose meno importanti.

Il trattino è un elemento di complicazione della frase e, in quanto tale, andrebbe evitato nella prosa che mira a essere diretta e a conquistare un lettore pigro o impaziente.

Esempio di anacoluto:

Io quel tipo – non mi piace, lo sai.

Il trattino lungo, infine, indica un’interruzione brusca, quindi è molto utile nelle battute di dialogo in cui un personaggio viene interrotto. Questo è un segno di interpunzione tipicamente americano e perlopiù sconosciuto alla lingua italiana, che, erroneamente, ricorre ai tre puntini di sospensione per segnalare le interruzioni.

Esempio di utilizzo del trattino lungo:

“Come stai?”

“Perché mi fai sempre la stessa domanda? Lo sai benissimo come sto e non sopporto che—”

“E quando te lo avrei chiesto, scusa?”

In conclusione, il trattino è un simbolo efficace e versatile, ma non lo si dovrebbe utilizzare in modo eccessivo e andrebbe limitato ai contesti in cui gli altri segni di interpunzione sono inadeguati.