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I diritti del lettore secondo Daniel Pennac

I diritti del lettore

In un mondo di diritti e di doveri, anche il lettore vanta alcuni diritti nel rapportarsi con l’oggetto libro. Sposando l’idea rodariana che il verbo leggere non vuole l’imperativo ed evidenziando alcune storture dell’educazione scolastica e familiare, lo scrittore francese Daniel Pennac elenca i diritti del lettore nel suo Come un romanzo.

  • Il diritto di non leggere

Non tutti i momenti della vita sono favorevoli alla lettura, non sempre siamo mentalmente predisposti a lasciarci trascinare dalle parole e a volte ci sono necessità pratiche che superano di importanza la lettura.

  • Il diritto di saltare le pagine

Se il libro è noioso, potrebbe essere una soluzione per arrivare prima alla fine; tuttavia, saltare le pagine potrebbe farci perdere alcuni dettagli importanti della trama o essere un inutile surrogato dell’abbandono vero e proprio.

  • Il diritto di non finire un libro

La lettura non dovrebbe mai essere una forzatura, ragion per cui sarebbe meglio abbandonare un libro che non ci appassiona abbastanza o che non ha senso per noi. Se ci forzassimo a leggerlo solo perché abbiamo messo mano al portafogli per acquistarlo rischieremmo seriamente di odiare la lettura.

  • Il diritto di rileggere

Ci sono libri che sono un porto sicuro, che ci fanno stare bene o che ci fanno tornare bambini. Di tanto in tanto, anche se conosciamo già la storia, è giusto riprendere in mano questi libri per rispolverare le piacevoli sensazioni del passato, senza sentirci in colpa perché stiamo trascurando cose che non abbiamo ancora letto.

  • Il diritto di leggere qualsiasi cosa

Non esistono generi o libri superiori agli altri, ma soltanto il gusto personale. In veste di lettori, quindi, siamo liberi di passare da un rosa a un giallo, da un umoristico a un saggio o da un romanzo impegnato a uno più leggero.

  • Il diritto al bovarismo

Inteso come desidero smanioso di evasione dalla realtà, il bovarismo fa parte dell’esperienza di lettura a tutti gli effetti e si manifesta con la sovrapposizione tra il mondo reale e quello romanzesco, senza riuscire più a distinguere l’uno dall’altro.

  • Il diritto di leggere ovunque

Nella vita frenetica dei nostri anni, ogni momento di pausa può essere una buona occasione per leggere, dunque ben vengano le sessioni di lettura sui mezzi di trasporto, nelle automobili parcheggiate, nelle sale d’attesa e nei luoghi più riservati.

  • Il diritto di spizzicare

Un po’ a causa delle frenesia contemporanea e un po’ a causa della scarsa predisposizione a leggere in uno specifico momento, spizzicare un libro, cioè leggerlo un poco per volta, è una buona soluzione per portare avanti una lettura.

  • Il diritto di leggere a voce alta

Se abbiamo finito la scuola da molti anni, probabilmente non siamo più abituati a leggere a voce alta e releghiamo la lettura nella nostra mente. Leggere a voce alta, invece, è un’esperienza che rende le parole vive, sonore, che ci fa testare le nostre abilità interpretative e che ci intrattiene meglio.

  • Il diritto di tacere

Possiamo leggere per ammazzare il tempo, per evadere dalla realtà, per intrattenerci, per identificarci in una storia, per combattere la solitudine o per semplice curiosità. Qualunque sia la ragione che ci spinge a prendere un libro tra le mani, abbiamo il diritto di mantenere il riserbo su di essa e nessuno dovrebbe mai insistere per conoscerla.

Il decalogo di Pennac contiene i diritti del lettore, non gli obblighi, il che dimostra quanto la lettura sia un’esperienza soggettiva e libera dalle costrizioni. Alcuni lettori, infatti, potrebbero aggiungere alla lista i seguenti diritti: il diritto di sottolineare, il diritto di fare le orecchie alle pagine, il diritto di macchiare il libro e, perché no, il diritto di lanciarlo dalla finestra.

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Gli errori da evitare quando si scrive

errori da evitare quando si scrive

La scrittura è un’arte che si apprende con l’esercizio e la lettura – lo dice Stephen King nel suo On Writing: Autobiografia di un mestiere – ma si basa anche su una componente di talento naturale; in altre parole, la capacità di scrittura è un dono, qualcosa di innato che ha solo bisogno di essere sviluppato. Gli autori di tutto il mondo sono impegnati a sorprendere il lettore e trascurano aspetti più importanti dei loro romanzi, commettendo errori grossolani che fanno dileguare il lettore alla velocità della luce.

Ecco una breve lista di errori da non commettere quando si scrive:

  • Utilizzo eccessivo di avverbi e aggettivi

Nessun lettore vuole sapere che qualcosa è fantastico, ma in che modo è fantastico. Nessun lettore vuole sapere in che modo si svolge un’azione, ma vedersela descrivere. Avverbi e aggettivi sono le parti del discorso che rallentano maggiormente la lettura e che offrono informazioni nebulose al lettore – dire che una donna è bella non ha la stessa efficacia di dire che una donna è bella come il sole che sorge la mattina; dire che una persona cammina velocemente non ha la stessa efficacia di dire che una persona cammina come se una fiamma le bruciasse la schiena – facendo passare lo scrittore per una persona pigra, che non vuole impegnarsi. Avverbi e aggettivi non sono vietati, dopotutto fanno parte della lingua italiana, ma andrebbero usati con parsimonia e, ove possibile, sostituiti con descrizioni più dettagliate.

  • Ripetizione degli stessi concetti

Nessun lettore vuole leggere qualcosa che ha già letto in precedenza. Molto spesso gli autori alle prime armi, nella convinzione errata che chi legge abbia scarsa memoria, tendono a ripetere gli stessi concetti, a spiegare più volte gli ideali e/o le motivazioni dei personaggi. A ben vedere la ripetizione allunga inutilmente il romanzo, genera noia e, soprattutto, rischia di far sentire il lettore stupido. Quando si scrive bisogna dare per scontato che si verrà letti con attenzione e fidarsi dell’intelligenza delle persone.

  • Dire al posto di mostrare

La letteratura dovrebbe parlare attraverso le azioni, i comportamenti e i gesti dei personaggi, non attraverso le parole. Uno scrittore che si preoccupa di spiegare minuziosamente perché i personaggi agiscono in un certo modo tradisce la missione della scrittura, quella di creare immagini vivide nelle mente del lettore, di fargli vedere quello che succede con i suoi occhi come se stesse assistendo a uno spettacolo teatrale. Le parole sono alle base delle scrittura, ma è importante saperle usare nel modo giusto, evitando che si trasformino in un’arma a doppio taglio.

  • Complicare volutamente la scrittura

Se il sogno di ogni scrittore è raggiungere una moltitudine di persone, non può pretendere di comunicare con un linguaggio di difficile comprensione. Spesso, nello sforzo di impressionare editori e lettori, gli scrittori in erba complicano volutamente la scrittura, senza sospettare che nessuna delle due categorie impiegherà il suo tempo per decifrare il libro, bensì passerà oltre. La semplicità è grandezza, è il modo più potente di comunicare, è riguardo verso chi legge. La strada per raggiungere il cuore dei lettori è dritta e liscia, senza curve o buche.